Le finestre “ospiti”
Chiedevamo di dialogare con la nostra piattaforma. Convinti che l’esperienza vissuta da noi potesse arricchirsi di altre visioni, altri contributi e punti di vista. Qualcuno ha cominciato a farlo, regalandoci video, audio, testi. E per noi questa è una grande ricchezza.
Il tempo della “quarantena” per tutti è stato un tempo in cui abitudini, categorie, modi di vivere, sono stati messi in discussione. E di questo sbilanciamento, di questo andare “oltre il conosciuto”, di questo aprirsi, dentro le anime e i corpi, di dimensioni inaspettate e straniere, c’è traccia in tutti i contributi che abbiamo ricevuto.
CASA IN TRAPPOLA di Carolina Caracciolo ci ha messo di fronte alla situazione paradossale di case che, attraverso la convivenza necessaria e obbligata, si riempiono di vita, si trasformano in tante cose assieme: in luogo di studio, di lavoro, di gioco, d’esercizio fisico, di gestione di una nuova quotidianità. Case, che nel momento in cui il fuori sembrava risuonare di un enorme e inusuale silenzio, perdevano il silenzio al loro interno, ridefinivano il silenzio come dimensione preziosa, da andare a ricercare nei momenti più segreti della giornata, porzioni di tempo riconquistate all’intimità di ognuno.
QUARANTINE di Aram Ghasemy, importante danzatrice e performer iraniana, al centro sta il corpo. Corpo bloccato, imprigionato, a scontrarsi ogni giorno con porte e finestre, corpo che cerca di vivere in spazi strettissimi, anelando a una libertà, a un sogno di spalancamento rispetto a tutto quello che c’impedisce un rapporto con il fuori, con l’aria libera.
Anche i sogni sono cambiati, stupendoci. Più la vita si svolgeva nello stretto, più i sogni, spesso, si trovavano ad esplorare spazi fantastici e inusitati. Di questa qualità dei sogni si trova una traccia importante in SE C'ERO, DORMIVO di Gaia Del Negro. Treni, spazi dove vive l’antico, palchi di concerto, periferie in cui ci si perde, strane feste artistiche, animali mitici, piscine dove si mischia tutto, sono gli scenari percorsi dai sogni di Gaia. A prendere spazio, a illuminare potenti forze psichiche, insieme contemporanee e arcaiche, che nei giorni del lockdown prendevano spazio e rimodellavano anche il nostro inconscio.
Quarantena come bolla, come isola all’interno della quale ognuno di noi si è mosso, isolato. Emina Gegic con CAFFÈ CORRETTO trasforma l’idea di “bolla” in una dimensione che, nel personaggio protagonista, dialoga con tutto l’isolamento vissuto e anche scelto prima. Bolla che però, a differenza del passato, lascia adesso spazio all’incontro con le parti più nascoste e più represse di noi, fino a portarci a incontrare l’adolescente fragile che noi siamo stati e che siamo. In VIDEOGIOCO di Nicola Sirtori il protagonista è attratto dal maxischermo in casa di un vicino, che suggerisce una dimensione altra, alterata da immagini, suoni e azioni.
Nessuna presenza umana. Il rischio è forse quello di annullarsi per scappare dalla costrizione del lockdown? Infine FINESTRA MAESTRA di Giovanna Svaluto ci colpisce nello stupore della riscoperta di un rapporto, quello con l’anziana madre, perso nella quotidianità precedente e che invece in questo tempo si riempie di sorprese, scoperte, curiosità, testo dove una ex maestra si confronta con la madre diventata, inaspettatamente, la sua migliore allieva.
Punti di vista, visioni, a ognuno il tempo del lockdown ha fatto reagire un nervo sensibile, ha permesso di rideclinare, almeno in parte, la propria identità, ha svelato scenari e possibilità dell’essere che non ci aspettavamo di ritrovare dentro di noi. Anche per dare ragione di tutte queste ricchezze è nato il sito #finestredeglincontri, e i contributi a noi arrivati hanno reso quest’opera e questa narrazione collettiva di un tempo così importante, ancora più ricca e piena di sorprese.