Liquidità
Laura Notaro
Sento molta liquidità, in questa costrizione e fissità del corpo.
Sto in tutta la casa e cambio spesso la mia postazione di lavoro e studio.
Muovo i mobili, le cose, creo spazio, occupo, libero. Esploro. Sposto.
Quando parlo e mi connetto con amici e parenti mi sposto per la casa, a volte scelgo la sedia vicino alla porta d’entrata, e mi siedo, è una sedia alta, quasi un trono.
Gli spazi del lavoro si allargano, espandono, quell’universo prende spazio, per me è il modo di stare in relazione umana, nel mio isolamento.
L’isolamento e la reclusione mi sono familiari, non mi pesa troppo dover stare chiusa, non poter uscire a fare camminate.
Mi mancano i corpi, e le corse nei prati, i bagni al mare. Come ogni primavera. Pregusto l’arrivo dell’estate. Amo l’estate.
Ma inizio a sentire la decadenza del corpo che prima muovevo senza rendermi conto quanto lo tenessi in movimento.
Mi sono accorta che lavoro nel centro della casa, in un punto in cui vedo e sento tutta la casa, nella sua doppia esposizione a est e a sud.
Non cambia molto, la mia vita nella mia casa, semmai è diventata più presente, più vissuta, la mia casa, ne sono più contenta.
Nella giornata mi sta a cuore la lezione con i miei alunni, preparare materiali e attività, organizzare. Mi nutre ed è una droga, non riesco a farne a meno, perché mi mi fa sentire utile, preziosa, necessaria, vista, desiderata. Viva?
Ogni giorno circa c’è il rituale del giro dei saluti ai familiari stretti, a volte si diradano, poi si intensificano. Messaggi, whatsapp, telefonate, video chiamate.
Email, telefonate, parole, onde e acqua.
L’acqua è anche nella mia camera… dove un calorifero gocciola acqua e una bacinella la raccoglie.
Chissà quando potrà venire un idraulico?